L’Italia, in particolar modo l’Emilia-Romagna, vanta una tradizione di partecipazione sociale, di aiuto e di solidarietà senza paragoni, un impegno che a partire dal dopoguerra è stato volano di un inimmaginabile sviluppo sociale, civile ed economico.
Si tratta di una risorsa rivolta al benessere della collettività, una ricchezza così radicata che negli anni ha assunto livelli tali da richiedere una legislazione, nazionale e regionale, del Terzo Settore.
Per Terzo Settore (dopo lo Stato e il mercato) intendiamo, brevemente, quell’insieme di cittadini, autonomamente organizzati, che svolgono attività di varia natura, comunque volte al miglioramento della qualità di vita delle comunità.
Agisce con criteri e logiche proprie, diversi da quelle delle imprese propriamente dette e delle Istituzioni pubbliche: gratuità e cittadinanza attiva ne rappresentano i principi fondanti.
Per quanto conosciuti e presenti in modo capillare su tutto il territorio, dar voce al Terzo Settore quale interlocutore qualificato significa dar voce ai cittadini: la Regione Emilia-Romagna, che comunque ha sempre mantenuto la tensione sui servizi socio-sanitari, ne è consapevole e ne sostiene in varie forme l’importanza del ruolo.
Per questo, lo scorso 10 maggio in commissione IV si è svolta l’audizione dei CSV, centri servizi volontariato, e del Forum del Terzo Settore, presenti i principali rappresentanti del territorio regionale.
Fotografare la situazione attuale, comprendere le criticità e le necessità, considerare i possibili futuri scenari, anche in prospettiva della Riforma, è indispensabile per noi consiglieri, perché sappiamo che, in un contesto sociale che si evolve senza tregua, i dati di oggi sono, già, o quasi, obsoleti.
Il ruolo di produttore di bene e servizi e l’intraprendenza del Terzo Settore sono evidenti, così come evidenti sono la necessità e il dovere delle Istituzioni pubbliche di valorizzare, supportare e promuovere quell’azione comune in grado di implementare politiche che possano dare risposte concrete ai bisogni dei cittadini.
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