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Malattie rare, aumentano in Emilia-Romagna i Centri di riferimento

Colpiscono meno di una persona ogni duemila e sono particolarmente difficili da riconoscere, diagnosticare e trattare. Secondo la stima dell’Organizzazione mondiale della Sanità ne esistono tra i 6.000 e 7.000 tipi che, nella sola Unione europea, interessano tra i 27 e i 36 milioni di cittadini. Sono le “malattie rare” e in Emilia-Romagna riguardano oltre 22mila (22.522) residenti. Pazienti seguiti da specifici Centri di riferimento - presenti su tutto il territorio regionale, da Piacenza alla Romagna - che si occupano della prevenzione, della sorveglianza, della diagnosi e della terapia. Oggi quella Rete si arricchisce di nuovi Centri, per le nuove malattie rare individuate dal decreto governativo del 2017. Già nella fase immediatamente successiva alla sua emanazione, la Regione aveva individuato i Centri ospedalieri di riferimento per le patologie rare introdotte, garantendo al tempo stesso l’esenzione dal pagamento del ticket nell’ambito dei nuovi Livelli essenziali di assistenza; ora, attraverso una delibera della Giunta regionale, la Rete è stata aggiornata per migliorare ulteriormente l’assistenza ai pazienti.

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