Nel 2016 il Parlamento ha licenziato il disegno di legge Delega al Governo per la riforma del Terzo Settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale. La norma prevede, tra le altre cose, l'armonizzazione della normativa su volontariato e promozione sociale, la promozione del volontariato anche in collaborazione con il sistema scolastico e la valorizzazione dell'esperienza dei volontari in ambito formativo e lavorativo.
Tra le novità più significative vi è il fatto che i Centri di Servizio per il Volontanato (CSV) potranno essere gestiti non solo dalle organizzazioni di volontariato ma da tutti gli enti del terzo settore (garantendo però la maggioranza al volontariato negli organi di governo) e i servizi saranno erogati a tutti gli enti del Terzo settore che si avvalgono di volontari. È inoltre prevista la costituzione di organismi di coordinamento regionali e sovra regionali con funzione di programmazione e controllo dei CSV. I centri di servizi del volontariato avranno una compagine più larga, nuove risorse e nuovi compiti.
Tra le novità, ampiamente positive, ve ne sono alcune che hanno destato preoccupazione tra le associazioni di volontariato più piccole, che spesso hanno fruito dei servizi di prossimità dei CSV, le quali prevedono individuazione di aree vaste anche per i centri per il servizio al volontariato, superando il requisito della territorialità riconosciuto anche dalla Legge Regionale 12/2005. A quanto trapela, a livello provinciale dovrebbero restare solo degli sportelli, mentre sarebbero previsti degli accorpamenti di area fino a comprendere un milione di abitanti.
Con questa risoluzione firmata dal Gruppo PD, chiediamo alla Giunta di agire presso in tutte le sedi più opportune coinvolgendo il Governo e la conferenza permanente stato-regioni affinché i decreti delegati valorizzino l'autonomia organizzativa della rete dei centri servizi per il volontariato, salvaguardando il requisito della territorialità previsto dalla Legge Regionale 12 del febbraio 2005.