“Chi è capace di intendere e di volere, in previsione di una propria futura impossibilità di prendere decisioni, può esprimere anticipatamente le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari. Queste disposizioni devono essere redatte in forma scritta, deve essere indicato anche un fiduciario, e vincolano il medico che è tenuto a rispettarne il contenuto, possono essere modificate o annullate in ogni momento”. Così la relatrice del progetto di legge in esame in Parlamento sul testamento biologico, la deputata Donata Lenzi (Pd), ha illustrato in commissione Politiche per la salute e politiche sociali il contenuto del provvedimento e ne ha decritto l’iter di approvazione.
La legge, ha infatti ribadito la parlamentare, “è stata approvata dalla Camera il 20 aprile scorso ed è quindi approdata in Senato per il voto definitivo”.
In commissione erano presenti anche i promotori della petizione presentata all’Assemblea legislativa nell’ottobre 2015, documento in cui si chiede di garantire la possibilità di registrare sul tesserino sanitario e sul fascicolo sanitario elettronico la dichiarazione anticipata di volontà.
La presidente della onlus Libera uscita, Maria Laura Cattinari, in rappresentanza del comitato che ha presentato la petizione, ha ribadito la necessità di “porre all’attenzione della società questo delicato problema”. Chiediamo, ha rimarcato, “l’approvazione di una legge che consenta di ridurre l’agonia dei malati, chiediamo di morire meglio, di poterci opporre a forme di accanimento terapeutico”.
Credo fortemente ci siano ormai le condizioni, con l'impegno di tutte le forse politiche, di raggiungere questo importante obiettivo, confermando l’impegno della maggioranza ad agevolare il processo.