La legge, approvata lo scorso 17 ottobre con il voto positivo della maggioranza e l’astensione dell’opposizione modifica le forme di partecipazione e rappresentanza del Terzo Settore, anticipando il quadro normativo nazionale, attualmente in fase di riforma visto che dopo la legge mancano ancora una ventina di decreti ministeriali attuativi.
Si tratta di un mondo che in Emilia-Romagna garantisce servizi e attività imprescindibili nei settori sociale, in quello sanitario, dello sport e della cultura solo per citarne alcuni. In Emilia-Romagna si contano 3077 organizzazioni di volontariato e 3993 associazioni di promozione sociale. Numeri che parlano da soli per capire quanto questa legge sia significativa per chi vi opera e collabora. Quello che ci siamo prefissati, in pieno accordo con l’assessorato regionale, i tecnici e gli operatori, è stato di promuovere un nuovo assetto di governance più snello ed efficace per il sistema locale e regionale dei soggetti del terzo settore.
Risultano quindi unificati gli Osservatori regionali delle associazioni di promozione sociale e di quello del volontariato in uno unitario e paritetico ed è creata una unica Assemblea del terzo settore emiliano-romagnolo. Sono soppressi i Comitati Paritetici provinciali, composti da rappresentanti degli enti locali e delle organizzazioni di volontariato, ora sostituiti con organismi associativi unitari che saranno gli interlocutori degli enti locali sui temi della programmazione delle politiche in particolare in ambito sociale e sanitario.