Welfare. Persone sorde, le associazioni sulla legge regionale: al centro inclusione e percorsi differenziati

Udienza conoscitiva in commissione Politiche per la salute e politiche sociale delle associazioni sul progetto di legge presentato dalla maggioranza per facilitare l’accesso ai servizi sociosanitari e per favorire l’inclusione sociale delle persone sorde, sordocieche e con disabilità uditiva.

Positivo il giudizio sulla legge da parte del presidente dell’Ente Nazionale per la protezione e l’assistenza dei sordi (Ens) dell’Emilia-Romagna, Giuseppe Varricchio che ha parlato di “disponibilità al dialogo da parte delle istituzioni”, ribadendo che “la vera sfida è quella dell’integrazione, partendo dall’accessibilità alla comunicazione”. Barbara Verna dell’Ens di Modena ha invece ricordato che “in Italia le persone sorde sono circa 189mila, con esigenze diverse tra loro”.

La rappresentante di Agfa (Associazione genitori con figli audiolesi) e Fiadda (Famiglie italiane per la difesa dei diritti degli audiolesi) dell’Emilia-Romagna, Alessandra Fantini, ha riaffermato l’importanza di approvare un provvedimento di questo tipo: “Una buona proposta di legge, che mette al centro il principio dell’inclusione”. Anche per Cecilia Bacconi, sempre di Fiadda, fondamentale è “abbattere i pregiudizi”. “L’informazione – ha ribadito – è per noi la priorità assoluta”. Sui percorsi collegati alla comunicazione, Bacconi ha sottolineato “l’importanza di usufruire delle opzioni più favorevoli”. Alessandro Pilotti, della Fiadda di Cesena, ha parlato di “una legge, che per la prima volta, cerca di dare una risposta a tutti”.

Anche Mauro Pepa, presidente dell’Associazione nazionale mutilati e invalidi civili (Animic) ha espresso un giudizio positivo sulla legge: “Il sistema deve dare risposte alle esigenze di tutti, con questa legge ognuno trova la sua soluzione”.

Per il presidente nazionale dell’Associazione nazionale interpreti di lingua dei segni italiana (Animu), Dino Giglioli, la priorità “è il riconoscimento della lingua dei segni italiana”. Concetto che, per l’esponente Animu, “è ben indicato nella proposta di legge presentata a febbraio dalla Lega”.

Al termine della seduta, in qualità di primo firmatario della legge, ho ribadito l’importanza di conservare un dialogo con le associazioni: “Questa legge rappresenta punto di partenza, non d’arrivo: vigileremo sull’impatto del provvedimento”.