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E’ stata presentata stamattina in Aula (e votata all’unanimità) una risoluzione che rimarca la necessità che in tutta la Regione vi debba essere un numero di parcheggi liberi o riservati per consentire il rapido, comodo e gratuito utilizzo degli stalli a tutti i pazienti sottoposti a cure oncologiche o invalidanti e alla donne in gravidanza. Per questo è necessario coinvolgere le aziende sanitarie e i gestori dei parcheggi.

Ho fatto inserire nella risoluzione l’impegno affinché venga svolta una verifica a tappeto, da fare entro pochi mesi, in ogni struttura sanitaria pubblica o convenzionata, del numero di parcheggi riservati ai pazienti affetti da malattie invalidanti ed a donne in gravidanza, per certificare la loro congruità e adeguatezza. Nel caso non fossero sufficienti o non adeguati l’esecutivo dovrà risolvere queste criticità. Questo è uno degli impegni che l’Assemblea legislativa ha affidato al Governo Regionale”.

Nell’atto d’indirizzo è presente anche l’impegno di promuovere opportune azioni tra Aziende sanitarie, enti locali e gestori dei parcheggi per uniformare i vari aspetti relativi alla mobilità sostenibile, con particolare riferimento alla disponibilità e all’uso dei parcheggi per le persone in difficoltà.

Da quando mi occupo di Politica ho sempre sentito ripetere dall’opposizione: “Abbiamo una Sanità d’eccellenza e la maggioranza che governa la sta rovinando”. Se dopo tanti anni dicono ancora così, è evidente che non l’abbiamo ancora rovinata, anzi! La migliore dimostrazione di questo è che oggi, i Romagnoli che hanno problemi sanitari, anche importanti, si curano in ospedali della Romagna, mentre notevole è l’immigrazione sanitaria da altre Regioni. Vorrei ricordare, inoltre, che negli ultimi anni i bisogni dei cittadini sono aumentati in maniera notevole, ma le risorse non crescono a sufficienza per coprire questi bisogni, soprattutto a causa dei sempre crescenti tagli agli investimenti del Governo nazionale! 

La nostra Sanità può permettersi di mantenere i servizi e fare tante assunzioni, stabilizzazioni e investimenti perché, facendo la Asl Unica di Romagna, sono stati tagliati tanti costi amministrativi e si sta efficientando il sistema!

Certo, organizzare una unica Asl di oltre 1.100.000 abitanti, in un momento di così grandi trasformazioni in sanità e continuando a dare prestazioni ad alto livello senza fermare la gestione, non è facile! Sicuramente ci sono ancora settori da  registrare meglio, ma abbiamo la possibilità, non solo di stabilizzarci al meglio, ma di rilanciare in ogni settore, guardando, con ottimismo, a un futuro anche lontano!

Qualche numero sull’Ospedale di Forlì, per spiegare meglio i concetti:

PERSONALE: in 5 anni, nell’Ospedale di Forlì, siamo passati da 2511 Dipendenti a Tempo indeterminato a 2652 con un aumento di 141 unità e sono stati Assunti, in sostituzione di pensionamenti o trasferimenti 14 nuovi Primari. Personale dipendente assunto a tempo indeterminato e formato adeguatamente, in ogni settore dove serve, fa la differenza per la qualità della Sanità! Io ho fortemente combattuto e continuerò a farlo perché continui ad essere una linea guida fondamentale per le politiche sanitarie Regionali e Territoriali. Io credo che, in questi ultimi anni, questa politica sia stata portata avanti con determinazione dalla Direzione Generale dell’Asl Romagna.

INVESTIMENTI IN STRUTTURE: Padiglione Vallisneri 5.400.000, Padiglione Allende 200.000, Padiglione Valsalva 350.000, Padiglione Morgagni -Pronto Soccorso 1.090.000, Padiglione Morgagni Area Materno Infantile 2.900.000, Blocco Operatorio 1.000.000, Fabbricato 118 600.000, Parcheggio 420.000 per un totale di 11.960.000 euro. È stata finanziata e progettata, inoltre, la nuova Casa della Salute di Forlì per un importo di 11.000.000 di euro.

INVESTIMENTI IN TECNOLOGIE: Gli investimenti relativi all’Ospedale di Forlì per le apparecchiature tecnologiche sono 5.800.000 euro.

Credo che la nostra ASL e i nostri Ospedali devono tendere ad una governance Aziendale che abbia ben chiaro il concetto di “Rete”, di integrazione, di qualità diffusa che permetta di operare con le migliori strutture e tecnologie possibili, con Professionisti di valore assoluto, motivati e stabilizzati, che sia in grado di predisporre luoghi di formazione, ricerca e sperimentazione, in sinergia anche con l’Università, per creare e diffondere saperi e buone pratiche.

In questi 5 anni nell’Area Forlivese è cresciuta moltissimo la possibilità di curare e guarire i Tumori. L’IRST di Meldola, che è diventato un punto di riferimento Regionale e Nazionale per l’Oncologia e l’ASL della Romagna con tutte le altre specialistiche indispensabili per la cura dei Tumori, hanno predisposto un Progetto di Rete Oncologica Romagnola, irreversibile, che sarà formalizzata e completata a breve e che permetterà, entro pochi anni, la guarigione completa di questa terribile malattia. Il Progetto prevede, anche in collaborazione con l’Università, la messa in rete di tutti i servizi per affrontare il problema Tumore: prevenzione, screening per le diagnosi precoci, presa in carico dei malati per determinare il tipo di tumore e la cura necessaria per affrontarlo, interventi chirurgici, se necessari, predisposizione e uso di famaci e di terapie adeguate (chemioterapia, radioterapia, ecc), controlli periodici, riabilitazione, supporto psicologico ai malati e ai loro familiari e cure Palliative dell’Hospice. Di straordinaria importanza, per raggiungere i risultati che stiamo ottenendo, sono la Ricerca e la Sperimentazione, che ci permettono di dialogare e collaborare con i migliori centri del mondo, di ottenere risultati che di giorno in giorno migliorano gli strumenti per affrontare la malattia e di accedere a finanziamenti importanti sia a livello nazionale che europeo. Il progetto della Rete Oncologica Romagnola prevede chi fa che cosa, dove si fa e con quali risorse. Come tutti noi possiamo immaginare completare il Progetto e realizzarlo non è facile, ma tutti dobbiamo, ognuno per quello che è il proprio ruolo, Politico, Tecnico, Professionale o di Cittadini impegnati in Associazioni di Volontariato, metterci a disposizione per realizzalo nel migliore dei modi, senza campanilismi o speculazioni politiche!

Il numero dei residenti della Romagna, inoltre, è sufficientemente alto per progettare e realizzare altre grandi Reti in grado di affrontare, nel modo migliore, anche tante altre malattie. È arrivato il momento, ad esempio, di affrontare, con una programmazione di rete, i problemi cardiologici. La Rete Cardiologica è matura per essere progettata e realizzata con il contributo di tutti. Stesso ragionamento per la rete dello Stroke, perché una presa in carico tempestiva ed efficace del paziente con ictus può determinare la sua sopravvivenza e la sua qualità di vita dopo l’evento acuto. Il Piano di Riordino Ospedaliero, approvato all’Unanimità dalla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, è la “stella polare” per queste Politiche sanitarie con la P maiuscola.

Uno dei grandi Problemi della Sanità di oggi, è la mancanza di Professionisti, ragion per cui c’è bisogno di più risorse e un ampliamento della presenza universitaria nei percorsi formativi. In tale prospettiva la Romagna, con la sua rete ospedaliera in primo luogo, rappresenta una grande risorsa ed opportunità. Ben venga, quindi, un tavolo di confronto fra Regione, Università, Conferenza Sanitaria ed Azienda per valutare percorsi e risorse disponibili, e Forlì, sede qualificata e autorevole, può dare certamente il suo contributo.

In questi ultimi 5 anni, in situazioni molto difficili come quelle attuali, si è fatto e si sta facendo, con l’impegno di tutti, un buon lavoro e le prossime Amministrazioni dovranno:

  • Continuare ad investire nelle assunzioni e nella formazione di personale di ruolo e nell’efficientamento del sistema che sia in grado anche di ridurre le liste d’attesa della Specialistica, della Diagnostica e della Chirurgia, anche di quella non urgente;
  • Completare le ristrutturazioni e la organizzazione dei Pronto Soccorso perché sappiano dare, oltre a risposte sanitarie adeguate, anche tempi e sistemazioni accettabili (Per l’Ospedale di Forlì, il completamento dei lavori strutturali, la nuova logistica, la nuova organizzazione e le nuove indicazioni e risorse Regionali, dovrebbero, a breve, risolvere le criticità che attualmente sono innegabili);
  • Completare la progettazione e la realizzazione delle Case della Salute e degli Ospedali di Comunità indispensabili per supportare la medicina Territoriale complementare a quella ospedaliera (a breve dovrebbero iniziare i lavori per la costruzione della Casa della Salute di Forlì);
  • Completare la formazione di tutto il Personale dipendente che svolge funzioni di Front office, perché sappia rapportarsi correttamente ai Cittadini che a loro si rivolgono e che spesso sono in particolari situazioni di criticità;
  • Continuare a valorizzare la Rete di Volontariato, di cui è ricchissimo il nostro Territorio, per poter aumentare, con il suo aiuto, la quantità e la qualità delle risposte che possiamo dare.

Per Alea e per i rifiuti di 13 Comuni Forlivesi, venerdì 10 maggio è stato un importante traguardo e deve diventare un ineludibile punto di partenza.

Tutti noi abbiamo ancora negli occhi i mucchi di rifiuti e le criticità che hanno accompagnato l’inizio della raccolta Porta a porta nel Territorio Forlivese, oggi, a poche settimane dall'inizio, al netto delle criticità che devono essere ancora risolte, possiamo dire che ne valeva la pena e che ALEA, i Sindaci e i Cittadini hanno vinto la prima grande battaglia!

L’applicazione anche a Forlì del modello Contarina, ha già ottenuto numeri veramente importanti. Chi vuole conoscerli, può cliccare su questo link per accedere alle slides che il Direttore Paolo Contò ha presentato il 10 maggio al Teatro il Piccolo di Forlì. Il numero, fra i tanti che ha fornito, che volevo evidenziare è 84! 84 è la proiezione annuale dei chili pro capite di rifiuti indifferenziati previsti per i residenti dei 13 Comuni. Questo sarebbe un risultato straordinario che può far diventare Forlì un modello da seguire per realizzare veramente fino in fondo quell'economia circolare che è alla base del Post-incenerimento. Ottimo, quindi, il Traguardo!

Le prossime settimane succederanno 2 fatti importanti: le Elezioni Amministrative in 10 dei 13 Comuni impegnati in Alea e la nomina del nuovo Direttore di Alea che dovrà prendere il posto di Paolo Contò e del suo staff di Contarina. Io credo che i Sindaci vecchi e nuovi e il nuovo Direttore non potranno fare altro che completare l’opera iniziata da Forlimpopoli nel lontano 2006: chiudere la filiera del rifiuto e avviare il percorso che dovrà portare Forlì a ragionare del Post-incenerimento. Questo è il nuovo Punto di Partenza!

Sindaci e nuovo Direttore dovranno, nei primi tempi del loro mandato, risolvere le criticità che ancora ci sono, soprattutto per i servizi e le tariffe delle Aziende, dovranno consolidare la governance, il personale e le relazioni con le Cooperative partner nei vari servizi, dovranno consolidare i conti e le strutture, anche logistiche, operative.

Fatto questo, dovranno affrontare velocemente la grande sfida: completare fino in fondo l’economia circolare promuovendo, in proprio o in partnership, quei processi industriali che dovranno avviare il riciclo, utilizzando i rifiuti raccolti in maniera differenziata come materia prima. Questo permetterà di creare, ricchezza e posti di lavoro e ridurre l’inquinamento rendendo inutili, nel tempo, diversi inceneritori, che potranno essere spenti! Abbiamo tutte le premesse per realizzare e proporre il nuovo “Modello” Forlì!

Io credo, quindi, che tutti noi dobbiamo sentirci impegnati a realizzare l’Economia Circolare, a scegliere, nelle Elezioni del 26 maggio, chi queste scelte le condivide e si impegna a portarle avanti, e a vigilare, poi, perché le promesse vengano mantenute!!!

Tutto questo lo dobbiamo ai nostri figli e ai nostri nipoti!!!!

Presentato oggi in Commissione Politiche per la salute e politiche sociali, lo studio di valutazione sull’impatto della Case della Salute regionali. L’indagine conoscitiva, come spiega il tecnico della Giunta, si è basata sulla somministrazione di un questionario distribuito in 64 Case della Salute (escluse quelle dei Comuni capoluogo di Provincia) attive da almeno 9 mesi nel periodo dal 2009 al 2016. Fra gli indicatori analizzati, gli accessi ai pronto soccorso per codici bianchi (non urgenti), i ricoveri in condizioni sensibili al trattamento ambulatoriale e i casi di assistenza infermieristica o medico domiciliare. “L’obiettivo”, spiega il tecnico, “era quello di capire se negli anni appena successivi all’apertura di queste nuove strutture, l’organizzazione abbia funzionato non tanto a livello della singola azienda ma a livello regionale; per questo era necessario avere dati che fotografassero l’esperienza di tutte le strutture e ci si è concentrati su questi indicatori”.

Le conclusioni hanno fatto emergere importanti fattori: una riduzione significativa e costante in quasi tutta la regione dell’accesso al Pronto soccorso grazie alle Case della Salute (in 14 centri la percentuale oscilla dal 40% al 60% in meno; in 26 dal 50% al 20% e in altri 14 centri dal 20% al 12% in meno), un effetto altrettanto significativo, ma meno rilevante e diffuso, sull’ospedalizzazione per condizioni sensibili al trattamento ambulatoriale e sugli episodi di cura trattati in assistenza domiciliare. Più in dettaglio, i ricoveri diminuiscono del 3% in media, ma la percentuale si abbassa ulteriormente al 4% nel caso in cui sia presente un medico di medicina generale all’interno della Casa della Salute. Altro elemento che emerge, l’ampia variabilità negli effetti tra territori e Case della Salute, che tuttavia non è stato possibile spiegare sulla base dei risultati del questionario. “La valutazione sarà più semplice dal 2017 in avanti”, spiega il tecnico, sottolineando come “la popolazione nei territori analizzati sia cambiata rispetto al 2016”.

Materiale illustrato:

Case della Salute (pdf, 4.7 MB)

In commissione Politiche per la salute e politiche sociali è stata illustrata la relazione sul monitoraggio della Giunta regionale sulle attività sostenute attraverso il fondo regionale per la non autosufficienza nel 2017 (i tecnici dell’esecutivo regionale hanno parlato di dati – attualmente in fase di elaborazione – simili per il 2018).

Per l’area anziani il numero degli utenti supera i 40mila (considerando solo i circa 25mila ospiti delle case residenza, gli oltre 15mila che usufruiscono dell’assistenza domiciliare e i 4.400 fruitori dell’assegno di cura), mentre, relativamente all’area disabili, gli interventi effettuati ammontano a 18.850 (sono 1.463 le persone assistite nella rete per le gravissime disabilità, 1.246 i disabili gravi assistiti nei centri socio-riabilitativi residenziali e 2.556 assistiti in quelli socio-riabilitativi diurni, in 2.225 hanno ricevuto l’assegno di cura per disabili gravi e gravissimi), mentre sono 44mila le persone contattate per interventi trasversali (per iniziative di formazione e aggiornamento rivolte alle assistenti familiari e nell'ambito di programmi sul contrasto all'isolamento e la solitudine).

Materiale illustrato:

Monitoraggio FRNA (pdf, 715.2 KB)