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Nel 2019, la Regione ha stanziato a bilancio 400mila euro a sostegno delle farmacie rurali. 

Un contributo per garantire, si legge nel testo della delibera, “la capillarità dell’assistenza farmaceutica nelle zone disagiate della regione, quelle a bassa redditività”. Il provvedimento ha ottenuto il parere positivo della commissione Politiche per la salute e politiche sociali.

Il presidente Zoffoli, rilevando l’importanza che ricoprono per il territorio le farmacie rurali, ha spiegato che “l’intento è quello di sostenere questo tipo di strutture attraverso l’introduzione di nuovi servizi rivolti al cittadino”. Inoltre, ha concluso, “intendiamo rendere il più possibile omogenee, su tutto il territorio regionale, le modalità di distribuzione dei farmaci”. 

Potranno essere ammesse a contributo le farmacie con volume d’affari, ai fini Iva, non superiore ai 325mila euro – l’anno precedente la soglia era invece di 450mila euro. L’asticella si alza, si riporta nel documento, “per ottimizzare l’utilizzo delle risorse disponibili”. Inoltre, sono individuate, collegate al contributo, quattro anziché cinque fasce di volume d’affari: fino a 200mila euro il contributo corrisponderà a 12.500 euro, da 200mila a 250mila euro il contributo sarà di 10mila euro, da 250mila a 300mila euro l’aiuto sarà di 7.500 euro mentre da 300mila 325mila euro il sostegno finanziario ammonterà a 5mila euro.

Per approfondimenti: Dalla Regione 400 mila euro per sostenere le farmacie rurali, in aree montane e nei piccoli comuni

Quattro le fasi del Percorso diagnostico terapeutico assistenziale per le demenze (Pdta): sospetto diagnostico (identificazione delle persone con demenza), diagnosi e cura (avvio del trattamento da parte dei 60 centri regionali per i disturbi cognitivi e la demenza), continuità assistenziale (aiuto ai pazienti e alle famiglie a vivere bene) e cure palliative (attivazione di percorsi nella fase avanzata della demenza). 

Questo il focus dell’informativa tenuta dall’assessorato alle Politiche per la salute in commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Paolo Zoffoli. 

Materiali illustrati:

Reti discipline di rilievo regionale (pdf, 1.7 MB)

DGR demenze (pdf, 1.4 MB)

Articolo della Regione Emilia-Romagna

Li chiamano hikikomori, letteralmente dal giapponese stare in disparte. Sono persone che spariscono dalla sfera sociale, si chiudono nella loro camera, interrompono legami con amici, sport e scuola, spesso anche con i familiari. Di solito sono ragazzi in età adolescenziale, ma anche bambini che frequentano le elementari. In Emilia Romagna, in un’analisi dell’ufficio scolastico regionale (e quindi che riguarda solamente i ragazzi che frequentano le scuole, escluse quelle d’infanzia), è emerso che gli hikikomori sono 346. E, un po’ a sorpresa, si è scoperto che sono più le femmine (182) dei maschi (164). Di questi 346, 20 frequentano la scuola primaria (elementari, ndr), 86 la secondaria di primo grado (medie, ndr) e 240 la secondaria secondo grado (superiori, ndr).

Materiali illustrati:

Adolescenti "Eremiti sociali" - Rilevazione (pdf, 504.0 KB)

Adolescenti "Eremiti sociali" - Allegato (pdf, 802.8 KB)

Programma Hikikomori (pdf, 1002.7 KB)