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La giunta regionale guidata dal presidente Stefano Bonaccini sostiene con 3 milioni e 124 mila euro 274 progetti di soggetti pubblici e privati, circa il 92% delle domande presentate (298), 50 in più rispetto allo scorso anno.

E’ l’esito del bando a sostegno di progetti e iniziative di promozione culturale in attuazione della legge regionale 37 del 1994, che ha come obiettivi prioritari favorire il recupero e la valorizzazione della cultura popolare, della storia e delle tradizioni locali e di altre culture, e allo stesso tempo sostenere la realizzazione di progetti di promozione dell’arte contemporanea, della creatività giovanile, valorizzando i nuovi talenti e sostenendo la diffusione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile. Altro obiettivo importante è quello di promuovere la realizzazione di progetti integrati, favorendo l’aggregazione tra i vari soggetti del territorio.

I progetti finanziati nel comprensorio forlivese sono:

- THE THEATRE - ACCADEMIA DI ARTI SCENICHE dell' ASSOCIAZIONE "TEATRO DELLE FORCHETTE" - FORLÌ (€ 5.000,00)

- IN LOCO 2018. MUSEO DIFFUSO DELL'ABBANDONO dell' ASSOCIAZIONE "SPAZI INDECISI" - FORLÌ (€ 4.000,00)

- IBRIDA FESTIVAL DELLE ARTI INTERMEDIALI dell'ASSOCIAZIONE "VERTOV PROJECT" - FORLÌ (€ 4.000,00)

- PRAXIS -SCUOLA DI FILOSOFIA / NEL SEGNO DELL'UNO dell'ASSOCIAZIONE CULTURALE PRAXIS - FORLÌ (€ 4.000,00)

- NO LIMITS 2018 del COMUNE DI FORLI' (€ 50.000,00)

- CULTURUNIONE2018 dell'UNIONE DI COMUNI DELLA ROMAGNA FORLIVESE - UNIONE MONTANA (€ 40.000,00)

- UNA OCCASIONE DA NON PERDERE: DIVERTIMENTO, OSPITALITA' E CULTURA NEI COMUNI DELLA ROMAGNA TOSCANA del COMUNE DI GALEATA (€ 15.000,00)

Fonte: Regione Emilia-Romagna

Approvato in Assemblea Legislativa l'ordine del giorno che impegna la Giunta ad attivarsi presso i Ministeri competenti affinchè venga adottato celermente il decreto per la definizione dei prodotti da forno e del pane fresco e avviate le attività di formazione, valorizzazione e promozione delle produzioni artigianali della Regione.

Di seguito il testo integrale dell'ordine del giorno:

L’articolo 4 del D.L. 223/2006 prevedeva che entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge di conversione (n. 248 del 4 agosto 2006), si adottasse un Decreto interministeriale che definisse cosa si intende per «panificio», e quali sono le differenze tra «pane fresco» e «pane conservato».

Infatti, la previgente normativa, non dava conto di quali fossero le caratteristiche che distinguevano fra di loro i diversi prodotti della panificazione, rendendo estremamente complicato per il consumatore distinguere tra prodotti industriali, provenienti anche da altri stati europei ed extra europei e finiti di cuocere nel punto vendita, pani conservati talvolta con additivi, e il pane artigianale fresco di giornata, impastato con materie prime italiane e prodotto da panificatori artigiani locali.

Rilevato che

A dodici anni dall’entrata in vigore della suddetta norma, il Decreto interministeriale non è stato ancora emanato e i consumatori continuano a non essere messi nelle condizioni per una immediata consapevole scelta della tipologia, delle caratteristiche e della provenienza del pane acquistato.

Non ha avuto migliore sorte un DDL parlamentare che normava la materia, decaduto per la fine della legislatura quando ormai era in procinto di approvazione definitiva al Senato.

Per ovviare a tale gravissima mancanza, moltissime Regioni, fra cui la nostra, in questi anni hanno approvato norme che consentano al consumatore una immediata identificazione delle caratteristiche del pane commercializzato e promuovono la valorizzazione delle produzioni artigianali.

Sottolineato che

Tali norme regionali, che rischiano di creare un panorama variegato di regole a cui i grandi distributori faticano ad adeguarsi, devono tuttavia fare i conti con una potestà legislativa regionale limitata, dovendosi muovere nello stretto spazio concesso da un lato dalla normativa europea in materia di etichettatura e di libera circolazione delle merci e dall’altro dalle definizioni dei prodotti, riservate allo Stato dal citato Decreto 223/2006 ancora ‘orfano’ dei decreti attuativi.

Il risultato è che la latitanza dello Stato, che dura da ben 12 anni, nei fatti limita sensibilmente la possibilità di una corretta informazione al consumatore e non consente la tutela dei tanti panifici artigianali che, oltre alla produzione del pane fresco, contribuiscono ad assicurare posti di lavoro nella fitta rete delle produzioni alimentari artigiane della nostra Regione, cercando di preservare una tradizione storica e culturale che va ben oltre la semplice commercializzazione dei prodotti da forno e del pane fresco.

Invita la Giunta

Ad attivarsi tempestivamente presso i Ministeri competenti affinché venga adottato celermente il Decreto previsto dal D.L. 223 del 2006 e presso il Parlamento perché sia concluso rapidamente l’iter del DDL ripresentato nella nuova Legislatura.

Ad attivarsi affinché, come previsto dalla LR 21/2018, le attività di formazione, valorizzazione e promozione delle produzioni artigianali della Regione vengano avviate in tempi brevi, in accordo con le associazioni di categoria del territorio. 

Approvato in Assemblea Legislativa l'ordine del giorno che impegna la Giunta a proseguire l’impegno per il sostegno ai Comuni e ai loro Centri di Formazione e a sostenere la fondamentale funzione territoriale di questi enti, contribuendo finanziariamente alle attività di orientamento e di sostegno alla partecipazione alle attività formative rivolte alle persone in particolare in stato di difficoltà e fragilità e a servizio delle comunità locali.

Di seguito il testo completo dell'ordine del giorno:

Premesso che

la Regione Emilia – Romagna ha dato priorità al tema del lavoro in questa legislatura come confermato innanzitutto dal Patto per il Lavoro dell’Emilia - Romagna sottoscritto nel 2015 e al sostegno alla formazione professionale e all’orientamento quale strumento di promozione da parte della Regione di politiche attive per il lavoro in contrasto alla disoccupazione di breve e lunga durata, nonché come efficace azione di lotta alla dispersione scolastica;

il sostegno alla formazione professionale e all’orientamento, anche attraverso le azioni svolte dai Comuni, è necessario per promuovere politiche orientative e formative coerenti con gli obbiettivi del Patto per il lavoro;

in Regione sono attivi 8 centri di formazione di proprietà pubblica che oggi occupano circa 200 dipendenti a tempo indeterminato e determinato, dei quali circa il 90% donne, tutti assunti con procedure selettive ad evidenza pubblica;

tali centri coinvolgono inoltre circa 1200 collaboratori che a diverso titolo operano all’interno delle strutture formative e oltre 400 fornitori di beni e servizi a supporto delle attività di orientamento e di formazione, e numerosi sono stati gli investimenti formativi sulla qualità del personale impegnato;

i centri rendono disponibili alle persone azioni formative e orientative garantendo la qualità e rispondenza dell’offerta alle specificità del territorio anche attraverso un investimento continuo sulle competenze del personale;

il ruolo pubblico esercitato dagli 8 centri emiliano-romagnoli ha costituito un insostituibile punto di riferimento per i giovani e le loro famiglie supportandoli ad affrontare le scelte educative e formative e accompagnandoli nei percorsi di transizione tra istruzione, formazione e lavoro ed ha consentito di fornire concrete risposte alle persone a rischio di esclusione e marginalità aiutandole ad affrontare le situazioni di disagio sociale e sapendo attivare servizi in convenzione con gli enti locali e valorizzando le opportunità rese disponibili dalle imprese del territorio;

l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha approvato il 21 dicembre 2017 un Ordine del Giorno all’oggetto 5720 "Disposizioni collegate alla legge regionale di stabilità per il 2018" nel quale si impegnava la Giunta su questo tema “a continuare l’opera di sostegno ai territori nell’offerta di risposte in materia di formazione per tutti i cittadini”;

la manovra di bilancio per il 2018 ha previsto 1 mln di euro finalizzato a coprire i costi per corrispondere alle spese del personale ex regionale ancora attivo trasferito nei centri in seguito alla Legge regionale 22 febbraio 2001, n 5. Recante “Disciplina dei trasferimenti di personale regionale a seguito di conferimento di funzioni”;

Considerato che

l’assessore competente, in occasione dell’interrogazione a risposta immediata della seduta antimeridiana del 5 giugno, ha ribadito la volontà di dare un ruolo specifico a questi enti di formazione partecipati dai Comuni e di sostenere la funzione fondamentale di orientamento e accompagnamento verso il lavoro di tutte le persone, in particolare quelle più in difficoltà;

la Regione riconosce il valore che i Comuni, attraverso la loro partecipazione diretta ai Centri di formazione, creano nel territorio, garantendo continuità dell’offerta orientativa e formativa e un’elevata aderenza ai bisogni del territorio e a tal fine - nel quadro legge regionale 30 luglio 2015, n. 13 - ha previsto una spesa per gli anni 2018 e 2019 pari a euro 1.400.000,00 per il finanziamento di progetti che garantiscano la continuità dei presidi territoriali e rendano disponibili alle persone azioni orientative che facilitino l’accesso ai servizi.

Valutato positivamente che

per dare continuità e valore a questi centri la Regione si sia impegnata per consolidare le azioni e le opportunità rese disponibili dagli enti ed in particolare la capacità di svolgere le funzioni di orientamento e trasferendo risorse ai comuni coinvolti pari ad 1 milione e 400 mila euro per il 2018 e uguale somma per il 2019 destinati ai centri per servizi in materia di orientamento.

Impegna la Giunta


a proseguire l’impegno per il sostegno ai Comuni e ai loro Centri di Formazione e a sostenere la fondamentale funzione territoriale di questi enti, contribuendo finanziariamente alle attività di orientamento e di sostegno alla partecipazione alle attività formative rivolte alle persone in particolare in stato di difficoltà e fragilità e a servizio delle comunità locali.

L’Assemblea legislativa, durante le sedute dedicate all’assestamento di bilancio, ha approvato un ordine del giorno, proposto dal Pd e dalla maggioranza, per destinare 550 mila euro al trasporto pubblico locale in montagna, risorse importanti per i Comuni montani e collinari del nostro territorio a rischio isolamento.

L’istituzione di questo Fondo che verrà finanziato dalla Regione con risorse pari a 550.000 euro, rappresenta un risultato importante ed è il frutto di un dialogo positivo e collaborativo con i territori. Un impegno che la nostra Regione di recente aveva preso pubblicamente e che oggi ha mantenuto, dando una risposta vitale per il futuro di numerosi Comuni montani e collinari e dei cittadini che vi abitano.

Proprio qualche settimana fa la collega Consigliera del PD Lia Montalti aveva presentato una risoluzione (approvata lo scorso 5 luglio in Commissione Territorio e Ambiente) che impegnava la Giunta regionale ad istituire un Fondo di sostegno per il Trasporto pubblico locale in montagna, in modo da mettere in campo incentivi a favore delle aree marginali e di montagna per contribuire ai costi del TPL sostenuti dai Comuni, anche a fronte delle sollecitazioni giunte da parte di diversi Comuni del bacino di Forlì-Cesena, ed in particolare dell’Unione Valle Savio.

Il trasporto pubblico rappresenta un servizio fondamentale soprattutto per i cittadini che vivono nelle aree montane o periferiche. Per questo è particolarmente importante che la Regione, recependo le richieste dei territori, dia un sostegno, e si impegni affinché in futuro venga tenuta in considerazione anche dalle Agenzie della mobilità locali, l’importanza di mettere in campo azioni che tutelino il servizio per i territori più fragili, evitando dunque il rischio di isolare le aree montani e collinari.

Nei giorni scorsi ho presentato un emendamento (che è stato discusso e approvato in Assemblea legislativa) al Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Disposizioni collegate alla legge di assestamento e prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2018-2020" sulle case famiglia, gli appartamenti protetti e i gruppi appartamenti per anziani e adulti con disabilità fisica e/o psichica (di seguito “case famiglia”), ovvero strutture a bassa intensità assistenziale che possono accogliere fino ad un numero massimo di sei ospiti e rappresentano un’importante realtà di sostegno ai servizi per la domiciliarità in tutta la Regione.

Ad oggi, le “Case famiglia” in Regione trovano la propria disciplina, oltre che nell’ordinamento dello Stato (D.M. 21.05.2001 n. 308), in provvedimenti amministrativi regionali di carattere generale (DGR 564/2000). Inoltre, alcuni dei Comuni degli ambiti distrettuali più interessati dal fenomeno, hanno adottato propri specifici regolamenti col fine primario di tutelare la sicurezza degli ospiti.

Stando alla regolamentazione regionale, tali strutture non sono soggette all’obbligo di preventiva autorizzazione al funzionamento, ma alla semplice “Comunicazione di avvio attività” da trasmettere al Comune nel cui territorio questa si svolge.

Dall’ultima rilevazione effettuata dalla Regione a maggio 2018, tramite i Dipartimenti di Sanità pubblica delle Ausl, emerge una realtà importante con circa 500 “Case famiglia” in grado di accogliere circa 2.700 persone, e una diffusione molto differenziata per territorio.

AGGIORNAMENTO AL 30 LUGLIO 2018.

1 - La Regione e Anci Emilia-Romagna con la collaborazione e la condivisione di Organizzazioni sindacali - con le quali è stato sottoscritto uno specifico Accordo - Associazioni di pazienti e famigliari, esperti dei Comuni e delle Aziende Usl, Comitati Consultivi Misti hanno elaborato nelle scorse settimane le Linee Guida “Indirizzi regionali per i regolamenti locali sulle Case famiglia” che sono state inviate a tutti gli enti locali regionali con uno specifico obiettivo: supportarli nello svolgimento di un’attività di fondamentale importanza per il welfare delle comunità locali, attraverso la definizione di regole omogenee e chiare per tutti

Più informazioni a questo link: http://sociale.regione.emilia-romagna.it/news/2018/luglio/anziani-case-famiglia-piu-tutela-per-gli-ospiti-e-i-familiari

2 - Questo il mio intervento in Assemblea legislativa durante l'approvazione dell'emendamento alla legge di assestamento di bilancio sulle case famiglia lo scorso 24 luglio: