Blog

Con le modifiche approvate dall’Assemblea legislativa, in base ai requisiti di accesso, che diventano gli stessi rispetto al Rei (il provvedimento nazionale), la misura regionale andrà ad integrare il contributo economico alle famiglie previsto dallo Stato con una somma fissa, ancora da definire, erogabile per 18 mesi e rinnovabile per altri 12. 

La proposta del Pd e Sinistra italiana è passata con il favorevole del Movimento 5 Stelle, mentre hanno votato contro Lega e gli altri consiglieri di centrodestra.

Come in precedenza, l’accesso al Res è subordinato alla partecipazione ad un progetto di inserimento sociale e lavorativo concordato e sottoscritto dai beneficiari, con l’obiettivo di superare povertà o rischio di marginalità.
Con il nuovo provvedimento, agganciato alla misura nazionale del Reddito di inclusione, viene dunque superato il regolamento per l’accesso al Res adottato dalla Regione nel 2017.

Non cambia la collaborazione tra i Servizi sociali comunali e i Centri per l’impiego, il ruolo dei Comuni e dell’Inps, l’erogazione del contributo tramite carta prepagata delle Poste italiane e le modalità per accedere al Rei e al Res, basterà infatti fare un’unica domanda, da presentare ai Servizi sociali dei Comuni la cui ammissibilità verrà successivamente valutata dall’ Inps.

Approfondisci:

Lotta alla povertà, la Regione allarga il Reddito di solidarietà dell'Emilia-Romagna

Ravaioli-Zoffoli: “Dalla Regione quasi 3 milioni per nuove e importanti attività di orientamento degli Enti di formazione pubblici”

La Giunta Regionale dell’Emilia-Romagna ha stanziato quasi 3 milioni di euro, 1 milione e 400 mila per il 2018 e 1 milione e 400 mila per il 2019, destinati ai Comuni, per garantire la continuità sul territorio dei servizi di orientamento attraverso i propri enti di formazione pubblici.

“La legge regionale di riordino (numero 13 del 2015) prevede il sostegno all’attività di orientamento svolta dai comuni, attraverso l’azione quotidiana dei centri di formazione pubblici per guidare le famiglie e i giovani nelle scelte scolastiche e formative – comunicano i consiglieri regionali Valentina Ravaioli e Paolo Zoffoli – I fondi arrivano al termine di un confronto e un lavoro comune che ha visto impegnati anche i sindacati nelle ultime settimane, proprio per permettere la continuità nell’attività di orientamento e salvaguardare l’occupazione all’interno degli enti di formazione pubblici non in forma assistenziale ma con un nuovo fronte progettuale innovativo e di grande importanza sociale per il suo valore di servizio e presidio sui territori.”

“A breve saranno definiti dalla Giunta i criteri per la concessione dei contributi – proseguono i consiglieri forlivesi – con l’obiettivo di costruire su tutto il territorio regionale Reti di orientamento, secondo quanto approvato nei giorni scorsi dalla Commissione Ue sulla base di una modifica del programma operativo regionale Fse 2014-2020, che permetterà alla Regione un ulteriore piano di finanziamento pluriennale per progetti dei comuni destinati all’orientamento e alla promozione del successo formativo.”

“La Regione, attraverso un lavoro politico lungo e approfondito – concludono Ravaioli e Zoffoli - ha individuato come ricetta vincente sulla formazione professionale l’integrazione delle esperienze maturate in questi ultimi anni dai centri privati e da quelli pubblici, su funzioni di grande importanza sociale ed umana che riguardano la costruzione del futuro delle generazioni più giovani”. 

Pronto Soccorso: partito l'ampliamento: più parcheggi, più ambulatori, sala d'attesa più ampia.

Sono entrati nel vivo gli attesi lavori di ampliamento del Pronto Soccorso dell'ospedale di Forlì. All'esterno arrivano più parcheggi rispetto al piccolo parcheggio realizzato alcuni anni fa e sarà realizzata una nuova corsia di deflusso così fa rendere più spedito il transito dell'ambulanze nel vialetto di accesso. L'area interna del pronto soccorso sarà quindi ampliata con nuovi ambulatori e spazi più vivibili per l'attesa, la cui inadeguatezza attuale è ben visibile a chiunque si rivolga al punto di emergenza dell'ospedale.

da Forlitoday

Malattie rare, aumentano in Emilia-Romagna i Centri di riferimento

Colpiscono meno di una persona ogni duemila e sono particolarmente difficili da riconoscere, diagnosticare e trattare. Secondo la stima dell’Organizzazione mondiale della Sanità ne esistono tra i 6.000 e 7.000 tipi che, nella sola Unione europea, interessano tra i 27 e i 36 milioni di cittadini. Sono le “malattie rare” e in Emilia-Romagna riguardano oltre 22mila (22.522) residenti. Pazienti seguiti da specifici Centri di riferimento - presenti su tutto il territorio regionale, da Piacenza alla Romagna - che si occupano della prevenzione, della sorveglianza, della diagnosi e della terapia. Oggi quella Rete si arricchisce di nuovi Centri, per le nuove malattie rare individuate dal decreto governativo del 2017. Già nella fase immediatamente successiva alla sua emanazione, la Regione aveva individuato i Centri ospedalieri di riferimento per le patologie rare introdotte, garantendo al tempo stesso l’esenzione dal pagamento del ticket nell’ambito dei nuovi Livelli essenziali di assistenza; ora, attraverso una delibera della Giunta regionale, la Rete è stata aggiornata per migliorare ulteriormente l’assistenza ai pazienti.

Approfondisci su: Emilia Romagna Salute

Claudio Vicini, Direttore del Dipartimento Testa-Collo dell’AUSL Romagna e già presidente dellla Associazione Otorinolaringologi Ospedalieri Italiani (che raggruppa gli specialisti operanti nelle strutture ospedaliere), dopo due anni di vice-presidenza, è stato nominato Presidente della Società Italiana di Otorinolaringoiatria (SIO) , che raccoglie tutti gli otorini italiani ospedalieri, universitari e libero-professionisti.

Approfondisci su: ER Salute