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La Regione Emilia-Romagna chiederà più autonomia legislativa e amministrativa al Governo nazionale nel quadro dell’articolo 116 della nostra Costituzione. Siamo una regione virtuosa, con economia e occupazione in crescita, e ci è riconosciuta questa possibilità che intendiamo sfruttare in ambiti quali il lavoro e la formazione, l’impresa, la sanità, il governo del territorio e l’ambiente. 

In questo contesto stona la contestuale proposta della Lega Nord – formalizzata attraverso una risoluzione – di indire un referendum per dividere l’Emilia dalla Romagna, creando due regioni distinte. Idea rilanciata anche col recente annuncio per lanciare una raccolta firme. Siamo la regione che traina l’economia del resto del Paese, dividerci non può che indebolirci.
È invece concreto l’impegno che in Romagna, da anni, stiamo sperimentando collaborazioni e sinergie che fanno della nostra terra un vero e proprio laboratorio in termini di innovazione istituzionale, riorganizzazione ed aggregazione dei servizi. Citiamo le grandi sfide affrontate a partire dall’Azienda sanitaria unica e dalla gestione comune dei servizi idrici e più recentemente dalla nuova Destinazione Turistica.


Proprio per questo è aperto il dibattito per spingerci oltre, creando una provincia unica della Romagna. Un ambito nel quale individuare le strategie e definire le grandi progettualità e gli interventi condivisi in area vasta, garantendo adeguate risorse. Molto più di una suggestione, una proposta sulla quale sta emergendo anche la lucidità e la concretezza dei nostri concittadini, dei sindacati e delle imprese che, più che invocare la divisione della Romagna dall'Emilia, ci chiedono una risposta e un impegno concreto sui problemi e le necessità del territorio e che difficilmente ci perdonerebbero lo spreco di soldi pubblici in passaggi referendario o, peggio, nella moltiplicazione di strutture burocratiche e nel raddoppio dei costi politici e di gestione amministrativa per due enti invece di uno.

I consiglieri regionali Pd:
Mirco Bagnari
Gianni Bessi
Lia Montalti
Giorgio Pruccoli
Manuela Rontini
Nadia Rossi
Valentina Ravaioli
Paolo Zoffoli

La regione Emilia-Romagna e il suo presidente Stefano Bonaccini incassano i complimenti pubblici di Roberto Burioni, il virologo diventato molto famoso per le sue prese di posizione (soprattutto sui social) a favore delle vaccinazioni. 

In un post pubblicato su Facebook, complimentandosi con la Regione Emilia-Romagna per il tasso di copertura raggiunto, il medico posta infatti un'immagine da cui risulta che la copertura vaccinale (relativa ai bambini nati nel 2015) e' passata dal 93,4% del 2015 al 96,6% del 2017, dato che fa tornare l'Emilia-Romagna sopra dalla soglia di sicurezza stabilita dall'Oms, ovvero il 95%. "Una rondine non fa primavera, ma i primi dati ufficiali dalla Regione Emilia-Romagna fanno sperare molto bene. Alla faccia di quelli che 'l'obbligo non serve, bisogna dialogare, bisogna convincere'", scrive il medico. 

E prosegue: "Altroche' dialogare, lo stato deve fare capire senza tentennamenti che sta dalla parte della scienza e non dalla parte degli oscurantisti che mettono in pericolo la nostra salute e quella dei loro figli". Ecco infine i complimenti: "Bravo presidente Stefano Bonaccini, e bravi tutti i consiglieri che hanno votato questa legge regionale che ha aperto la strada a tutto il resto".

La legge dell'Emilia-Romagna che prevede l'obbligo di vaccino per iscriversi a nidi e materne e' stata approvata nel novembre 2016: e' stata la prima regione in Italia a farlo.

In commissione Politiche per la salute e politiche sociali, si è tenuta l'audizione  dei rappresentanti di Arpae e Inail in preparazione alla realizzazione di una proposta di legge regionale in materia di prevenzione.

Il direttore generale Arpae, Giuseppe Bortone, ha ribadito la centralità del legame tra ambiente e salute. In questo contesto la questione del cambiamento climatico, le politiche ambientali e l’educazione alla sostenibilità sono temi che non possono viaggiare su legami separati. Per questo motivo le azioni regionali non posso prescindere da un'integrazione delle attività degli operatori di ambiente e salute e una condivisione di dati e informazioni tra i due settori.

La vicedirettrice dell’Inail Emilia Romagna Aude Cucurachi ha descritto l'attività svolta dall'istituto e ciò che si intende fare per il futuro. Tra gli obiettivi che sono stati raggiunti c'è quello della messa in sicurezza delle aziende nella fase del post sisma. Le quattro aree su cui l’Inail opererà sono la ricerca e la prevenzione, la riabilitazione del lavoratore, l’assicurazione e il reinserimento lavorativo, prevedendo finanziamenti alle aziende che fanno prevenzione e che agiscono seguendo le buone prassi. 

Questa mattina ho partecipato alla cerimonia di Firma della Convenzione che ha concluso un importante lavoro di concertazione fra le Istituzioni, la Proprietà, gli Enti Autorizzatori e di Controllo, l'Università, le Associazioni e i Cittadini. Da domani inizia un importante lavoro per fare in modo che tutti coloro che hanno firmato il Protocollo mantengano gli impegni presi. A noi Istituzioni compete vigilare e nel caso intervenire.

Il protocollo d'intesa sull'inceneritore di Forlì, che riunisce Regione (Servizio giuridico dell'ambiente, rifiuti, bonifica sei siti contaminati e servizi pubblici ambientali), Arpae, Ausl della Romagna, Comune di Forlì, Università di Bologna (Dipartimento di ingegneria civile, chimica, ambientale e dei materiali, Dicam) e la società Mengozzi prevede analisi sul sistema di combustione, sugli impatti degli scarichi e sulla gestione dell'impianto per controllare e ridurre ulteriormente le emissioni di polveri, oltre a campagne di informazione e trasparenza.

È la qualità ambientale il tema centrale su cui puntano la propria attenzione istituzioni e comunità scientifica, impegnate a garantire la sicurezza del funzionamento dell'impianto forlivese, oggi autorizzato a trattare 32 mila tonnellate all'anno di rifiuti speciali sanitari, rispetto al quale la Giunta regionale, nel dicembre scorso, ha approvato la Valutazione di impatto ambientale, insieme alla nuova Autorizzazione integrata ambientale (Aia). 

L'intesa è stata firmata oggi a Forlì dall'assessore regionale alla Difesa del suolo e Politiche ambientali, Paola Gazzolo, dal sindaco di Forlì, Davide Drei, dal direttore generale di Arpae, Giuseppe Bortone, dal direttore del dipartimento di sanità pubblica dell'Ausl romagnola, Raffaella Angelini, dal direttore del Dicam, Alberto Montanari, e dal consigliere delegato della Mingozzi, Milena Mugnaio, accompagnata dall'amministratore delegato Gianfranco Piras.

L'accordo segue quanto stabilito nel dicembre scorso dopo l'approvazione della valutazione di impatto ambientale dell'inceneritore. Nel documento, si prevedeva l'istituzione di un Tavolo tecnico scientifico (TTS), con l'obiettivo di supportare il Comitato tecnico permanente, già istituito per valutare i risultati dei monitoraggi sulla qualità dell'aria e delle visite ispettive.

Il tavolo tecnico, nel dettaglio, ha il compito di verificare il sistema di controllo dell'impianto e la gestione della combustione e post-combustione, della generazione di vapore e del sistema di raffreddamento dei fumi; realizzerà poi campagne di indagine mirate a far conoscere gli standard operativi adottati nei processi produttivi, i valori delle emissioni ed immissioni e le misure di controllo e intervento, nella logica di un continuo miglioramento della sicurezza e della qualità ambientale.

Sono state presentate oggi in commissione IV le schede d'intervento in attuazione al PSSR 2017-2019, che sono il frutto di un lungo lavoro di consultazione in sede competente. 

C’è stato un ampio confronto che è servito a migliorare ed arricchire i testi. Si tratta di strumenti che qualificano gli obiettivi e le azioni da sviluppare nell'arco di vigenza del nuovo Piano sia a livello regionale che a livello distrettuale, con particolare attenzione agli aspetti di integrazione e trasversalità della nostra Regione

Delle "nuove fondamenta" sulle quali poter costruire servizi sempre più vicini ai cittadini.

Ricordo infine che nelle schede presentate (e che potete trovare integralmente in fondo all'articolo ndr) emerge con forza l'importanza assegnata alle relazioni tra attori pubblici e privati, un dialogo fondamentale per intercettare nuove risorse e diversi bisogni della cittadinanza e per favorire l'integrazione di azioni innovative non solo a livello sociale e sanitario, ma anche educativo, formativo, lavorativo e famigliare.