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In commissione Politiche per la salute e politiche sociali è stata approvata la risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, in tutte le sedi opportune, per sollecitare la discussione e l’approvazione della legge nazionale sul caregiver familiare e aumentare l’impegno rivolto al supporto delle persone affette da gravi disabilità o menomazioni ed al loro caregiver, come previsto dalla L.R. n. 2/2014.

Con l’aumento della popolazione anziana e delle fragilità la figura del caregiver familiare assume un’importanza fondamentale e concorre, insieme ad altri strumenti, a soddisfare la domanda di assistenza e cura delle famiglie. 

Dal 3 al 30 maggio si terranno le giornate del caregiver familiare, saranno un’occasione di ascolto, confronto e approfondimento tra cittadini, associazioni di volontariato, operatori dei servizi sociali e sanitari, amministratori e istituzioni del territorio per individuare i bisogni e i possibili percorsi condivisi da attuare per dare concrete risposte ai bisogni dei caregiver familiari. 

In particolare il 19 maggio saranno presentate a Bologna le linee attuative della Legge regionale n. 2/2014 per il riconoscimento ed il sostegno del Caregiver familiare. Queste sono le basi che permetteranno a Aziende sanitarie e Comuni di realizzare servizi a sostegno dei familiari che svolgono questo importante ruolo di cura.

In commissione Politiche per la salute e politiche sociali sono state approvate le risoluzioni che impegnano la Giunta ad agire in tutte le sedi più opportune coinvolgendo il Governo e la Conferenza permanente Stato-Regioni affinché i decreti delegati rispettino il principio di sussidiarietà e valorizzino l'autonomia organizzativa della rete dei centri servizi per il volontariato, salvaguardando il requisito della territorialità previsto dalla Legge Regionale n. 12/2005.

Dopo il via libera alla legge 106/2016 lo scorso 6 giugno è stato approvato il decreto delegato sul servizio civile. Il decreto servizio civile universale rappresenta un traguardo importante e un’occasione di impegno sociale e di volontario dei giovani nel mondo associativo e nelle istituzioni locali.

Si attendono dunque gli altri decreti su: le misure di sostegno al Terzo settore, le reti associative e i Centri di Servizi per il volontariato. Proprio su quest’ultimo punto sono nate delle perplessità, in particolare nella nostra Regione, molto sensibile sul tema della rete dei centri servizi per il volontariato che svolgono da sempre un ruolo fondamentale per tutte le associazioni di volontariato del territorio regionale emiliano-romagnolo.

Un unico intervento per risolvere i problemi alla vista causati non solo dalla cataratta, ma anche dalla presbiopia e da alcune forme di astigmatismo. D’ora in poi in tutta l’Emilia-Romagna, anche all’interno delle strutture del Servizio sanitario regionale, il paziente che si sottopone all’intervento di rimozione della cataratta potrà chiedere che gli venga impiantata una lente speciale, un multifocale di ultima generazione, in grado di correggere anche la presbiopia (il difetto causato dal venire meno con l’età della capacità “accomodativa” del cristallino e, dunque, della possibilità di mettere a fuoco sia da lontano che da vicino) e alcune forme di astigmatismo.

Lo ha deciso la Giunta regionale, prima in Italia, dopo un lavoro capillare di ascolto e dialogo delle varie professionalità a cui abbiamo contribuito in tanti, dalle istituzioni al mondo della sanità regionale, per offrire ai pazienti questa possibilità anche all’interno del servizio pubblico. A carico del paziente che deciderà di affrontare questo tipo di intervento - la cui opportunità sarà comunque valutata dallo specialista - resteranno solo gli approfondimenti diagnostici ulteriori e la differenza di costo tra la lente di nuova generazione e quella utilizzata normalmente in un intervento di cataratta.

La vista è un bene prezioso, che va preservato con l’avanzare dell’età. 

Si è svolta ieri in Commissione Sanità un'informativa dell’Assessorato alle Politiche per la salute alla presenza del dott Antonio Brambilla e un'audizione di FeDER - Federazione Diabetici Emilia-Romagna alla presenza della sua presidente Rita Lidia Stara sul piano regionale sulla malattia diabetica.

Si è svolta ieri in Commissione Sanità un'informativa dell’Assessorato alle Politiche per la salute alla presenza del dott Antonio Brambilla e un'audizione di FeDER - Federazione Diabetici Emilia-Romagna alla presenza della sua presidente Rita Lidia Stara sul piano regionale sulla malattia diabetica. E' stata un'audizione molto istruttiva e partecipata che evidenzia la stretta collaborazione fra Regione Emilia-Romagna, AUSL e FEDER (federazione che riunisce tutte le associazioni sul diabete del territorio). 

La collaborazione si incentra principalmente in ambito scolastico con giovani e ragazzi affetti da diabete di tipo 1 per rafforzare l'autonomia e la gestione della malattia in ambito scolare e con gli anziani soli, affetti da diabete di tipo 2 per migliorare le condizioni di prevenzione, cura e presa in carico presso le Case della Salute territoriali. 

La Regione Emilia-Romagna ha recepito le indicazioni del piano nazionale e ha costituito il Comitato di indirizzo della malattia diabetica: i principali obiettivi del piano sono l’adozione di misure idonee a migliorare la qualità di vita e della cura, a ridurre le complicanze, ad aumentare e diffondere le competenze fra gli operatori della rete assistenziale, a coinvolgere le associazioni e a promuovere l’appropriatezza nell’uso delle tecnologie.

Di seguito il Comunicato Stampa dell'Assemblea legislativa.

“Tra il 2004 e il 2013 in Italia 9.500 bambini sotto i 15 anni hanno avuto diagnosi di diabete, quattro di loro non ci sono più, mentre altri sette hanno lesioni permanenti a causa di una diagnosi tardiva. Questi dati non sono certo rassicuranti, in un Paese dove l’assistenza sanitaria è gratuita per tutti”. La presidente della Federazione diabete Emilia Romagna (FeDER), Rita Lidia Stara, è intervenuta sul tema diabete in commissione Politiche per la Salute e Politiche sociali, presieduta da Paolo Zoffoli.

In Emilia-Romagna, ha sottolineato Stara, “siamo riusciti a unire sotto un’unica federazione tutte le associazioni che operano in ambito diabetologico e abbiamo formato 1.200 operatori; tanti, inoltre, sono i progetti attivati, le collaborazioni in essere con le istituzioni e numerose le iniziative rivolte all’informazione”.

Paolo Zoffoli ha ribadito l’importanza del coinvolgimento della scuola nel percorso assistenziale del bambino. Il presidente ha inoltre sollecitato l’attivazione di un percorso di sburocratizzazione delle procedure con l’obiettivo di incentivare le collaborazioni tra associazioni e sistema sanitario.

Anche Giuseppe Paruolo (Pd) ha riaffermato la necessità di incentivare le collaborazioni tra volontariato e sistema sanitario.

Raffaella Sensoli (M5s) è intervenuta per richiedere l’attivazione di procedure più efficaci nella presa in carico di persone con questo tipo di patologia.

“I registri di patologia- è poi intervenuto Daniele Marchetti (Ln)– sono strumento importante per la qualità dell’assistenza, occorre porre l’attenzione su questo argomento”.

IN ALLEGATO, IL MATERIALE ILLUSTRATO DELL'ASSESSORATO ALLA SANITA' E DELLA FEDER

La commissione Politiche per la Salute e Politiche sociali ha approvato ieri, con il sì del Pd, astenuti Ln e M5s, i criteri e le modalità per l’erogazione di contributi a sostegno delle farmacie periferiche della regione, in attuazione all'articolo 21 della legge regionale in materia di organizzazione degli esercizi farmaceutici.

Sono state individuate cinque fasce di fatturato ai fini Iva, cui corrispondano contributi che aumentano al diminuire del volume d’affari: fino a 150.000 euro di fatturato il contributo sarà di 12.500 euro, da 150.000 a fino a 175.000 di 10.000 euro, da 175.000 fino a 200.000 euro di 7.500 euro, da 200.000 fino a 225.000 euro di 5.000 euro e da 225.000 fino a 250.000 euro la sovvenzione sarà di 2.500 euro.

Il contributo sarà concesso nel rispetto della graduatoria delle farmacie rurali, fino all'esaurimento delle risorse stanziate a bilancio. Le domande dovranno essere presentate entro il mese di giugno direttamente alle Ausl. La sovvenzione è finalizzata a garantire la capillarità dell’assistenza farmaceutica e agevolare la permanenza del servizio nelle zone disagiate.